Itinerari e pellegrinaggi Mariani: Quartiere Capo di Palermo

il Quartiere Capo

Il quartiere è caratterizzato da un sentito fortissimo sentimento mariano e si può affermare senza tema di smentita che la "Madonna" è la Patrona del quartiere o come la invocano le diverse Confraternite che ne custodiscono il culto "la Regina".

Nella sua contrada del Noviziato è nato nel XVIII secolo il culto di Maria SS. del Lume che da qui si è diffuso in tutto il mondo.

Luglio e settembre ne sono i mesi mariani, in questo periodo è un susseguirsi di feste religiose popolari legati al culto della Madonna delle Grazie, Maria SS. del Paradiso, Maria SS. del Lume, Maria SS. dei Sette Dolori e Maria SS. della Mercede. Di queste riferiamo nella sezione dedicata agli itinerari mariani devozionali. Inoltre vi sono ancora venerate l'Immacolata Concezione, l'Addolorata e S. Maruzza o Madonna dei Cancelli.

Chiesa di S. Stanislao Kostka

La chiesa pur non essendo intitolata a Maria, era la chiesa del Noviziato dei Padri Gesuiti a Palermo, è da considerarsi un tempio Mariano perché qui è nato e si è diffuso per il mondo il culto di Maria SS. del Lume. Scheda sul culto e la devozione a Maria SS. Del Lume >>  

Oggi, essendo la Chiesa chiusa per lavori di restauro, il fercolo della "Madonna del lume", che viene portato in solenne processione per le vie del quartiere nella terza domenica di luglio, è ospitato nella Chiesa della Immacolata Concezione al Capo

Piazza Noviziato 1 - 90134 Palermo - ▼ Google Maps >> - scheda visita virtuale wikipedia

Chiesa Immacolata Concezione

Abbiamo contemplato, o Dio, le meraviglie del tuo amore! l’Immacolata Concezione della Vergine Maria, nella quale Dio Padre ha preparato una degna dimora del suo Figlio e, in previsione della morte di lui, l’ha preservata immune dal peccato originale e l’ha ricolmata di grazia.

Per il popolo palermitano la fede in questo privilegio singolare di Maria, dai tempi più lontani, ha costituito un tratto preminente della sua tradizione religiosa e della sua pietà mariana. A tal punto, che, ancor prima della proclamazione della fede Cattolica, avvenuta nel 1854 con definizione ex cathedra del Papa Pio IX,  nel 1624, durante l’episcopato del Card. Giannettino Doria, con giuramento dei suoi massimi rappresentanti in Senato, fece giuramento di difendere la verità dell’Immacolata Concezione sino allo spargimento del sangue.

Tutto nella Chiesa della Concezione sembra invitare al canto col quale da secoli le generazioni cristiane invocano l’Immacolata: ‘Tota pulchra es Maria, et macula originalis non est in te’: Tutta bella, sei o Maria, e la colpa originale non ti ha sfiorata. È anzitutto il messaggio della lotta contro il maligno e contro il male che ha avuto inizio agli albori stessi della storia umana a causa del peccato originale
L’Immacolata è il segno compiuto di questa lotta continua e della vittoria finale del bene sul male. Così ce la presenta Olivio Sozzi nell’affresco della volta con la Vergine che scaccia il serpente, affiancata dalle tre virtù teologali. Nel fulgore della vittoria ce la fa contemplare Pietro Novelli nella tela dell’altare maggiore. È lei la piena di grazia, sulla quale è sceso lo Spirito Santo per farne la degna dimora del Figlio dell’Altissimo. È lei la donna vestita di sole, incoronata da dodici stelle, con lo sguardo rivolto al cielo, che stritola sotto i piedi il serpente infernale. Circondata dal coro festoso e osannante degli angeli, è lei vera aurora del sole di giustizia il cui regno non avrà mai fine.

In lei Dio ha segnato l’inizio della Chiesa, sposa di Cristo senza macchia e senza ruga, splendente di bellezza e modello di santità. Tutti siamo chiamati alla santità, a questa misura alta della vita cristiana ordinaria, non compiendo opere straordinarie ma fuggendo decisamente il peccato e attuando gli impegni di ogni giorno nella vita personale, familiare, professionale e sociale con grande amore a Dio e ai fratelli. In questo tempio, forte è il richiamo alla santità che ci giunge dalle statue e dai dipinti dei Santi che fanno corona all’Immacolata.
Sono i Santi Evangelisti, che hanno narrato i misteri della gioia, della luce, del dolore e della gloria del Figlio di Dio, che ha associato a sé la Madre sua. Sono Santi palermitani, come Papa Agatone, Papa Sergio e S. Rosalia, che domina estatica un altare laterale ed è presentata in uno dei paliotti in preghiera per la sua Città. Sono Santi legati alla famiglia benedettina, il cui omonimo Convento era annesso a questa chiesa fin dal 1576, da S. Benedetto che distrugge gli idoli a S. Scolastica in preghiera accanto all’Immacolata, da S. Pier Damiani a S. Idelfonso, a S. Mauro.
Sono Santi della Compagnia di Gesù, S. Ignazio da Loyola e S. Francesco Saverio, come segno dell’attenzione dei Gesuiti per questo tempio. Sono i Santi Fondatori dei diversi ordini religiosi, i cui trionfi sono raffigurati nei riquadri di altre provenienze e spiritualità come S. Bemba, S. Geltrude, S. Lotario.

La luce per camminare sulla via della santità ci è donata dalla Parola di Dio, come ci indica il ‘Santo Leggente’ di Pietro Novelli nel pannello alla base della cupola, la forza ci è donata dall’Eucaristia, cuore del cristiano e della Chiesa. Il paliotto dell'altare maggiore, oggi nella Basilica di san Francesco a decorare l'altare della cappella senatoriale dedicata alla Immacolata, l'Immacolata porta nel petto
il raggiante ostensorio eucaristico, sostenuto da due angeli. E’ un particolare significativo, perché, secondo la tradizione escatologica benedettina ricordata da P. Filippo Rotolo, alla fine del mondo l’ultima Ostia consacrata non sarà distrutta ma sarà conservata nel cuore di Maria.

Nella chiesa è dedicato un altro altare alla Madre di Dio, nel titolo di Libera Inferni. Alla sommità della decorazione è posto il cartiglio in cui sono scolpiti i versetti 24 e 25 del Siracide "In me gratia omnis viae et veritatis ". Essi  sono la chiave di lettura di tutto il complesso decorativo di questo splendido tempio mariano, in  ‘mischi, tramischi e rabischi’,   detto un tempo  "giardino di marmo". La statua della Madonna libera inferni, opera di Vincenzo o Gaspare Guercio del 1635 ed il riferimento alla fuga in Egitto raffigurata nello splendido paliotto in marmi mischi dell'altare e quella della Madonna della Mercede, posta più avanti, richiamano ad una vita di fede attiva spesa a favore soprattutto di chi è è nella difficoltà e nella sofferenza. Nella Chiesa della Immacolata Concezione è oggi custodito temporaneamente, il simulacro di Maria SS. del Lume. (il testo è una rielaborazione di quello contenuto nel sito web dell'Arcidiocesi di Palermo che fa riferimento alla riapertura della Chiesa della Concezione >>)

Scheda sul culto e la devozione  a Maria SS. Immacolata >>

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Chiesa Maria Santissima della Mercede

Vi si venera Maria SS. della Mercede. E' la patrona dell'Ordine Mercedario fondato nel 1218 da S. Pietro Nolasco con la finalità di liberare gli schiavi cristiani in pericolo di perdere la fede con il pagamento di un riscatto detto "mercede". I mercedari arrivavano ad offrire se stessi in cambio della liberazione dei prigionieri. I padri mercedari si stabilirono agli inizi  del XVII secolo nel quartiere Capo e qui costruirono chiesa e convento. La statua della Madonna, invocata come Regina del Capo, è opera magnifica dello scultore palermitano Gerolamo Bagnasco del 1813. I solenni festeggiamenti ad opera della Confraternita di Maria SS. della Mercede si svolgono nell'ultima settimana di settembre.

Scheda sul culto e la devozione  a Maria SS. della Mercede >>

Piazza Capo - Palermo -   ▼ Google Maps >>  - scheda visita virtuale wikipedia

Chiesa dei SS. 40 Martiri alla Guilla

La chiesa, costruita nel quartiere Capo dai grandi mercanti Pisani, era fino XIX secolo il luogo di culto in cui si riuniva la potente colonia di mercanti pisani, stabilitisi già al tempo dei normanni a Palermo. La chiesa è dedicata a San Ranieri, patrono di Pisa, ed i Ss 40 Martiri pisani, soldati cristiani di una legione romana fatti morire nel 320 immersi in un lago gelato presso Sebasta in Armenia per non aver voluto abiurare alla loro fede. Gli episodi topici della lo vita sono illustrati negli affreschi di Guglielmo Borremans lungo le pareti dell'unica navata. La devozione mariana dei Pisani è testimoniata dalla splendida scena dell'Assunzione di Maria in cielo tra un nugolo di angeli affrescata, sempre di Guglielmo Borremans, nella volta.

Oggi questa chiesa è punto di riferimento in città del culto e della devozione a Maria Ss. Dei Sette Dolori alla cui custodia e diffusione si dedicano Confrati e Consorelle delle Confraternite maschile e femminile a Lei dedicate. Culto e devozione che accomuna tutta la gente della Guilla una delle contrade del quartiere Capo, che nel Santo Patrono hanno il proprio tratto distintivo ed unificante più amato e significativo. Motivo di orgoglio della contrada è la scelta operata dall'Arcidiocesi di porre la statua della Madonna dei Sette Dolori alla Guilla sul palco in cui è stato allestito l'altare in cui Papa Francesco ha celebrato la S. Messa nella sua visita a Palermo il 15 settembre del 2018.

Nella Chiesa è custodito anche la statua di Santa Maruzza, altra devozione mariana del quartiere Capo. Scheda su culto e devozione alla Madonna Addolorata e a Maria SS. dei Sette Dolori >>

Piazza SS. 40 Martiri alla Guilla - Palermo -   ▼ Google Maps >>  - pagina FB >> - scheda visita virtuale >>

Chiesa di San Gregorio Magno, il culto di Maria SS. del Paradiso a Palermo

Il culto di Maria SS. del paradiso, coltivato a Palermo nella chiesa di San Gregorio Magno nel quartiere popolare del Capo, ha origine a Mazzara del Vallo nel XVIII secolo allorché dei fedeli, che seguivano gli esercizi spirituali tenuti dai Padri Liquorini nella Cappella del Paradiso della Casa Santa, erano le ore 21 del 3 novembre del 1797, notarono che la Madonna, raffigurata in un quadro, muoveva gli occhi verso di loro, ora abbassandoli, ora alzandoli o spostandoli lateralmente. Il prodigio si ripete per tutta la notte e per i due giorni successivi in Cattedrale dove la miracolosa immagine era stata spostata. Il prodigio si ripeté nel collegio di S. Carlo e nei monasteri di S. Caterina, di S. Veneranda e di S. Michele. Il 23 agosto del 1798 venne proclamata la veridicità del prodigioso evento a conclusione di un processo avviato dal Vescovo Mons. Orazio La Torre, palermitano, che ne fu tra i testimoni oculari. Il quadro miracoloso, opera di Sebastiano Conca, dal 1808 è custodito nel Santuario fatto costruire appositamente dallo stesso Vescovo Mons. La Torre.

Il movimento degli occhi della Sacra immagine, si è rinnovato e ripetuto il 20 ottobre 1807 testimone Don Giuseppe Maria Tomasi, dei principi di Lampedusa. Nel santuario si ripeté nel 1810, ancora il 21 gennaio 1811, il 5 marzo 1866 ed altre volte. L’ultimo, in ordine di tempo, è stato osservato nel 1981 in Cattedrale (non riconosciuto ufficialmente).

Festa di Maria SS. del Paradiso - ultima domenica di agosto - scheda della festa da sito web "tradizioniditalia"pagina Facebook della Confraternita di Maria SS. Del Paradiso al Capo

Chiesa di san Gregorio Papa al Capo (Parrocchia S. Ippolito Martire) - Via Porta Carini 90134 Palermo - ▼ Google Maps >>pagina FaceBook >>