Itinerari e pellegrinaggi Mariani: Quartiere Castellammare di Palermo

Quartiere Castellammare

La presenza dei domenicani in questa parte della Città antica, un tempo fuori le mura, ha fortemente condizionato il sentire mariano orientandolo verso il culto della Madonna del Rosario, che dell'Ordine è considerata cofondatrice.
Altra immagine molto venerata, non solo del quartiere, è Maria SS. Addolorata dei Cassari custodita nella chiesa parrocchiale di S. Maria la Nova.

Chiesa di S. Maria della Catena

La chiesa della Madonna della Catena sorge in piazza delle Dogane sulla sponda destra della insenatura naturale della Cala, che fino al XVI è stata utilizzata quale porto della Città; oggi è un porto turistico. E' stata costruita su progetto dell’architetto Matteo Carnilivari (Noto, prima metà del XV secolo - 1506) e portata a termine dagli architetti Scaglione e Belguardo intorno al 1520, per potere accogliere i sempre più numerosi fedeli che in pellegrinaggio venivano a venerare nella preesistente piccola chiesa della Vergine del Porto l'immagine di Maria, che miracolosamente aveva salvato dal patibolo degli innocenti.

Era il 23 agosto del 1392, raccontano gli storici Mongitore e Pirri, e tre condannati alla impiccagione e le loro guardie a causa del forte temporale, che aveva impedito di portare a termine la costruzione del patibolo nel vicino piano della marina, vengono fatti riparare all'interno della vicina piccola chiesa dedicata alla Vergine del Porto e detta della catena perché terminale di uno dei capi della catena, che già gli arabi avevano steso per proteggere il porto dalle incursioni di navi nemiche. I tre condannati,  incatenati dalle guardie all’altare, si rivolsero supplici alla Madonna delle Grazie raffigurata in un affresco, posto proprio sopra l’altare, chiedendo che la loro innocenza fosse riconosciuta. In quel momento, mentre le guardie si addormentavano, una voce si diffuse dall’immagine dicendo loro: Andetevene in libertà e non temete cosa alcuna: il Divino Infante che tengo tra le braccia ha già accolto le vostre preghiere e vi ha concesso la vita". In quel momento si spezzarono e caddero a terra, senza far rumore, le catene che li tenevano prigionieri e si spalancò la porta della chiesa. Fuggirono ma furono subito ripresi. Il popolo insorse in loro soccorso chiedendo ed ottenendo che fossero ascoltati dal giovanissimo re Martino, che, appena conosciuto l’intervento miracoloso della Madonna, li rese liberi ed insieme alla Regina si recò nella piccola chiesa a rendere omaggio alla Beata Vergine Maria. La Madonna  della piccola chiesa del porto fu invocata da subito come colei che libera da tutti i tipi di vincoli che opprimono l’animo umano sia per le passioni peccaminose proprie ed altrui che per gli accadimenti avversi della vita. Il culto si diffuse rapidamente, soprattutto nella Sicilia Orientale ed anche in Calabria.

Oggi la piccola chiesa della Vergine del porto occupa la seconda cappella a destra della chiesa del '500.

Nella cappella è stato mantenuto l’accesso che aperto miracolosamente consentì a tre miracolati di fuggire e soprattutto l’affresco della Madonna delle Grazie cui loro si rivolsero supplici per ottenere la grazia e da cui sentirono la Sua voce.
L’affresco bizantineggiante, di autore ignoto del XIV sec. raffigura la Madonna mentre allatta il bambino, che secondo l’iconografia bizantina è raffigurato con il viso di un adulto per rappresentare  plasticamente la saggezza e la maturità. Un restauro operato nel 1990 ha tolto le incrostazioni dei rifacimenti post tridentini per coprire il seno della Vergine, di essi i restauratori hanno conservato a testimonianza storica e lasciati alla vista alcune parti.
Il dipinto è incorniciato da un baldacchino sostenuto da colonne in alabastro che poggiano su pilastrini in marmo in cui sono stati scolpiti a rilievo, a memoria del miracolo, i ceppi e la catena spezzata.
All’ingresso della cappella, entro delle nicchie, e sulla parete di fondo ai lati dell’affresco, su pilastrini, sono state collocate le statue di Antonio e Giacomo Gagini, figli di Antonello, che raffigurano a sinistra Santa Barbara e Santa Margherita ed a destra le Sante Patrone di Palermo Oliva e Ninfa.
Le pareti della cappella sono decorati con affreschi di Olivio Sozzi del XVIII sec. in cui sono raffigurati la Pentecoste, la Morte della Vergine, la Trinità e il Miracolo dei prigionieri.

Richiami al miracolo della Madonna che da questo fu detta della Catena si trovano anche nelle decorazioni dei portali di ingresso occidentale e settentrionale, qui la Vergine Maria è raffigurata presentando in braccio il Bambin Gesù che tiene in mano la catena spezzata, una immagine questa ripresa quale iconografia di "Maria SS. della Catena"

I palermitani accreditano alla Madonna della Catena anche un altro miracolo, in concorso con Santa Cristina,  essendo stata la città salvata nel 1592, per loro intercessione, da una terribile carestia per l'arrivo, inaspettato, in porto di un bastimento carico di grano.

A Maria, nel titolo della Madonna delle Grazie,  è dedicata anche la  terza cappella lungo la navata destra. La Madonna è raffigurata all'interno di un'edicola con il Bambino in braccio mentre viene incoronata Regina. La composizione marmorea del XVI sec. della bottega dei Gagini,  proviene dalla chiesa di S. Nicolò alla Kalsa demolita nel 1823 da un terremoto.

Chiesa di S. Maria della catena - Piazza delle Dogane - 90133 Palermo - Palermo - ▼ Google Maps >> - sito web >>scheda visita virtuale>> 

Chiesa Basilica di san Domenico

Già la piazza, che si apre davanti la Basilica di San Domenico, per la presenza della statua della Immacolata Concezione che la domina da un’alta colonna innalzata al suo centro, è per i palermitani “luogo mariano”; l’8 dicembre i Vigili del Fuoco omaggiano per la città l’Immacolata ponendo ai suoi piedi una corona di fiori.
La basilica di San Domenico per i palermitani è chiesa santuario della Madonna del Rosaio, a Lei sono dedicati, all’interno della Chiesa, la prima cappella a destra, in cui è custodito il fercolo che viene portato in processione per le vie della città nella seconda domenica di ottobre, e il maestoso altare sulla parete di fondo del braccio sinistro del transetto con la pala di altare di Vincenzo di Pavia che la raffigura.
Per i Domenicani, fin dalle origini, il legame con Maria è parte essenziale della loro vocazione e missione tanto da far loro ritenere e dichiarare pubblicamente che la Madre di Dio fosse cofondatrice del loro ordine e da promettere nella loro professione “obbedienza a Maria”. Un rapporto questo che si alimenta fin dagli inizi della e con la preghiera del Rosario. Il Rosario non è stato inventato da San Domenico, su ispirazione della Madonna, come ha scritto Alano de la Roche, ma la storia della sua “devozione, la sua diffusione e lo sviluppo della forma della preghiera, sono intimamente legati all'Ordine domenicano”.
Per questo tradizionale legame dell'Ordine a Maria e al suo rosario, ai frati predicatori, al momento di ricevere l'abito religioso, al proprio nome viene aggiunto il nome «Maria» e viene consegnata la corona del rosario, che è parte integrante dell'abito domenicano.
Attraverso il Rosario il Vangelo viene riletto e meditato in chiave mariana e penetrando attraverso di esso nell'intimità della vita di Maria meglio si apprende il mistero di Cristo. Il Rosario per i Domenicani è “una delle migliori sorgenti di vita spirituale e uno dei mezzi più efficaci di santificazione e di evangelizzazione”.
In chiesa è, inoltre, esposta alla venerazione dei fedeli una tela in cui è raffigurata la Madonna del Monserrato (cappella nel transetto lato sn.) - Testo ripreso in modo sintetico dal sito domenicani.net >>

Scheda del culto e della devozione a Maria SS. del Rosario

Piazza San Domenico - Palermo - ▼ Google Maps >> - Pagina FB >> - scheda visita virtuale wikipedia

Oratorio di Maria SS. del Rosario in San Domenico

Costruito dalla compagnia del Rosario a partire dal 1573 si apre in Via Bambinai. Da un'anti sala si accede alla sala dell'oratorio decorato alle pareti ed alla volta da scene di ispirazione mariana che illustrano i misteri del Rosario e la sua connessione con il piano di salvezza fatta di rimandi alle sacre scritture e  di indicazioni per un vangelo coerentemente vissuto.

Lungo le pareti si sviluppano pregevoli tele che in quella di sinistra raffigurano i misteri gaudiosi (Annunciazione di ignoto fiammingo, Visita ad Elisabetta di Guglielmo Borremans, Natività di Walsgart ?, Presentazione al tempio di ignoto, la disputa tra i dottori del tempio di Pietro Novelli), in quella di destra sono raffigurati i misteri dolorosi ( Agonia nell'orto degli Ulivi di ignoto, Flagellazione di Mattia Stommer, Incoronazione di spine di ignoto, Salita al calvario di ignoto, Crocifissione di scuola di Van Dick), nella parete di controfacciata sono raffigurati i misteri gloriosi (Resurrezione di Valerio Castello?, Ascensione di ignoto, Discesa dello Spirito Santo di Pietro Novelli, Assunzione di Luca Giordano). I quadri sono intervallati da sculture a stucco di Giacomo Serpotta che raffigurano le virtù a cui la posta del rosario di riferimento richiama da praticare. Sopra le tele il Serpotta ha realizzato in degli ovali scene del vecchio testamento a tema mariano. La pala dell'altare centrale, splendida opera di Van Dick, è dedicata a Maria Santissima del Rosario. La gloria e l'incoronazione di Maria, ultima posta dei misteri gloriosi, è raffigurata nell'affresco della volta di Pietro Novelli.

Via Bambinai, 2 - Palermo - ▼ Google Maps >> - scheda visita virtuale

Oratorio del SS. Rosario in Santa Cita

Superato lo stupore per la prorompente bellezza della decorazione a stucco di Giacomo Serpotta, che si sviluppa per tutte le pareti dell'aula oratoriale, si viene condotti per mano a percorrere un cammino escatologico scandito dalle rappresentazioni delle scene dei misteri del Rosario e dalle figure che fanno loro da contorno. La dimensione del tempo, che si unisce a quella tridimensionale dello spazio, non scandisce solo il susseguirsi degli eventi della vita  terrena di Cristo ma anche quella del credente se a questa informa la sua vita. Nella parete di sinistra sono raffigurati i misteri gaudiosi, in quella di destra i misteri dolorosi. I misteri gloriosi sono raffigurati nella parete di ingresso (controfacciata) e fanno da cornice alla rappresentazione, avolo di uccello, della battaglia di Lepanto, capolavoro dell'arte serpottiana. Qui Serpotta ha voluto rendere omaggio e celebrare la Madonna del Rosario a cui si raccomandarono le truppe marinare della Lega cristiana prima della battaglia contro flotta ottomana il 7 ottobre del 1571 ed alla cui intercessione attribuirono il merito della Vittoria a cominciare da Papa Pio V che subito istituì la festa di Nostra Signora della Vittoria ed "Auxilium  Christianorum", da celebrare il 7 di ottobre, festa che Papa Gregorio XIII trasformò successivamente in festa di Nostra Signora del Rosario. Le due figure di ragazzi poveri ed emaciati del popolo ai piedi della rappresentazione rappresentano si gli orrori della guerra ma anche l'attenzione agli ultimi.

Anche qui la rappresentazione dei misteri si conclude con la scena della incoronazione della Vergine dipinta a fresco nella cupoletta che sovrasta l'altare centrale su cui è posta la pala d'altare raffigurante la Madonna del Rosario di Carlo Maratta.

Via Valverde, 3 - Palermo - ▼ Google Maps >> - scheda visita virtuale