Itinerario religioso, La Famiglia Francescana – Chiesa di Santa Agnese V.M. Danisinni

di Alessandra D'Acquisto

La striscia di terra attraversata dal fiume Papireto nel suo percorso, dalla sorgente nella depressione di Danisinni, oggi territorio della Parrocchia, fino allo sbocco nell’antico porto di Palermo: la Cala, è stata fin dal tempo dei normanni la terra degli ultimi e dei disperati, di chi non poteva permettersi una casa se non in una zona poco appetibile perché insalubre a causa degli acquitrini, paludosi e maleodoranti che le secche, sempre più prolungate del fiume, determinavano.

La bonifica del terreno a seguito della canalizzazione sotto terra del fiume del XVI determinò una urbanizzazione dei terreni lungo il suo corso solo all’interno della cerchia delle mura della città. La zona extra urbana e soprattutto la contrada di Danisinni mantenne la sua destinazione agricola e di luogo della Palermo ai margini dei margini, di quanti, incuranti per necessità dell'umidità, costruirono le loro case chiudendo con murature gli antri che si aprivano nel costone di montagna, che dalla depressione risaliva fino al pianoro soprastante, ridente degli agrumeti e dei giardini in cui sin incastonavano il castello della Zisa, il Convento dei Cappuccini e le misere case di contrada soprattutto di contadini e piccoli bottegai.

In questo contesto il Cardinale Ruffini, attento alle necessità spirituali e materiali delle  periferie di Palermo, nel 1959 istituì La Parrocchia dedicata a S. Agnese Vergine e Martire , avendo come sede provvisoria la chiesa della Confraternita di Gesù e Giuseppe e Maria, edificata là dove il suo fondatore nel 1745 aveva fatto costruire una cappella. La tradizione vuole che la cappella sia stato un ex voto per il miracolo fatto ad una mamma che ha invocato l’intervento della sacra famiglia per salvare il figlioletto caduto nelle acque del fiume Papireto.

La sede provvisoria è diventata chiesa parrocchiale definitiva. La facciata esterna di andamento lineare e privo di apparati decorativi si staglia verso l’alto tra due basse costruzioni annesse alla chiesa. Nel frontone superiore si aprono tre arcate in cui sono allocate le campane. Anche l’interno è lineare ed essenziale nel suo sviluppo e nelle decorazioni. La copertura a crociera si estende su quattro campate di cui la terza si apre e poco profonde cappelle laterali e l’ultima coincide con il presbiterio.

Di particolare interesse è la cripta ipogea che è stata risistemata nel 1994. E’ ricavata in una delle cavità naturale tra rocce di calacarenite molto dura. E’ suddivisa in tre zone: quella dell’altare, di forma irregolare, ricoperta da una volta a botte, quella vicina alla strada di forma rettangolare ricoperta da un solaio in conglomerato cementizio e la piccola cappella dei bambini coperta da una volta a crociera nelle cui pareti si aprono due nicchie; ospita a pavimento quattro sepolture. La cripta era adibita a sepoltura della confraternita nella modalità delle catacombe dei cappuccini.