Itinerario religioso, La Famiglia Francescana – Chiesa e Convento di Santa Maria la Pace

di Alessandra D'Acquisto

Arrivati a Palermo nel 1533, 5 anni dopo l'approvazione della Costituzione dell'Ordine da parte del Papa Clemente V, acquisirono una chiesetta di epoca Normanna, Santa Maria della Pace, fuori le mura, che fu del tutto riedificata a partire dal 1565 annettendola anche a un convento. La costruzione fu portata a termine nel 1623; nel 1934 subì ulteriori trasformazioni.

La facciata, nello stile francescano, si presenta molto semplice con delle scanalature a sottolineare gli elementi architettonici.

All’interno la chiesa è a pianta basilicale con tre navate e senza transetto. Il tetto della navata centrale è a botte incrociate e le decorazioni sono limitate alla sottolineatura degli elementi architettonici. Gli altari delle cappelle che si aprono lungo le navate laterali sono inseriti in apparati scenografici lignei di pregevole fattura.

Diverse le sepolture all’interno della chiesa a fare inizio della parete di ingresso a cui  sono addossati i monumenti funebri opera di Ignazio Marabitti (XVIII secolo) dedicati al Viceré Eustachio di Viefuille (a sinistra), a Gaetano Cottone (al centro sulla porta di ingresso) e Filippo Cottone, benefattore della chiesa (a destra).

Altri monumenti funebri, alcuni di pregevole fattura, sono addossati ai pilastroni lungo la navata centrale ed altri sono all’interno delle cappelle.

Nella navata a destra dell’altare centrale si aprono a partire dal fondo della chiesa:

la cappella con tomba del venerabile Andrea da Burgio del 1772, che è continua meta di pellegrinaggi;

la cappella dedicata a S. Anna ed alla Madonna con il Bambino che sono raffigurati con un agnellino nella pala sopra l’altare, la cui fattura rimanda alla scuola di Leonardo Da Vinci;

la cappella dedicata a Santa Rosalia. Sopra la nicchia che ospita la statua della Santuzza è una terracotta con la raffigurazione di Santa Maria della Pace;

La cappella dedicata a san Bernardo da Corleone (XVII secolo), raffigurato in una statua lignea di fr. Benedetto Valenza da Trapani (1790), in estasi, con lo sguardo rivolto ad un crocifisso di scuola fiamminga. Ai piedi della composizione scultorea è l’urna in cui sono custoditi i resti mortali del santo corleonese;

Più avanti, ai pedi del monumento del Marchese Forcella si trova la sepoltura del frate Girolamo da Corleone (1717) cappuccino e taumaturgo

Nella Navata a sinistra dell’altare centrale si aprono a partire dal fondo della chiesa:

la cappella dedicata alla Immacolata, qui raffigurata nella pala d’altare del Cappuccino Fedele da San Biagio Platani (1819) insieme alla Trinità e Santi. Nella stessa cappella è custodito il monumento funebre di Vincenzo Natoli (XVIII) opera di Filippo Pennino, e, sotto questo, il sarcofago con il corpo del piccolo Francesco D’Avalos (1570), figlio del viceré di Sicilia Ferdinando;

la cappella in cui è custodita la tomba dell’eroico vescovo missionario cappuccino CIRILLO GIOVANNI ZOHRABIAN (1972);

La cappella, dedicata a San Francesco raffigurato in una statua di recente realizzazione, ospita un reliquiario ligneo del 600. In questa cappella sono sepolti i servi di Dio cappuccini p. GIUSEPPE da CAMMARATA (1677) e p. SALVATORE da PANTELLERIA (1711);

la cappella con la tela in cui è raffigurato lo sposalizio tra Maria e Giuseppe di Olivio Sozzi (1765);

la cappella con il monumento funebre a Ferdinando Francesco Gravina, principe di Palagonia, di scultore ignoto.

Nella navata centrale l’assemblea dei fedeli si apre e guarda alla zona del presbiterio con al centro della parete absidale lo splendido altare ligneo decorato ad intaglio da Fr. Riccardo da Palermo (1871), in questo, in un’ampia nicchia centrale, la statua in marmo della Madonna dei Cappuccini, molto venerata dai palermitani e donata ai frati nel 1731 dalla famiglia Lavaggi, alla quale era giunta dopo diverse traversie.

La anti sacrestia e la sacrestia ospitano pregevoli opere d’arte tra cui due natività del XVII di cui una copia del dipinto di Mattia Stomer custodito nel Municipio di Monreale, il “presepio”, attribuito a Gherardo delle notti (H. Gerrit, 1656), il crocifisso scolpito da fr. Benedetto Valenza da Trapani e quattro piccoli crocifissi in basso, attribuiti allo stesso artista.

Il vasto coro è impreziosito da uno scenografico altare ligneo dominato dalla scena del calvario con Maria e Giovanni ai piedi del Crocifisso, opera forse il capolavoro, di fr. Benedetto.

Annesse al Monastero si trovano le Catacombe dei Cappuccini. Un cimitero rettangolare sotterraneo realizzato tra il 1500 e il 1599, dove tra esposti e sepolti vi sono circa 8000 corpi, per lo più appartenenti a ceti benestanti poiché il processo di imbalsamazione a cui venivano sottoposti i corpi aveva un costo elevato. Nonostante le leggi proibissero questo metodo di sepoltura, a Palermo continuò a praticarsi fino agli inizi del 1900. Unica eccezione una bambina, Rosalia Lombardo morta nel 1920 e imbalsamata da un medico palermitano, Alfredo Solafia con un metodo di sua invenzione.

Accanto alle catacombe vi è un cimitero del XIX secolo, sorto quando fu proibito il seppellimento nelle catacombe, anche se questo continuò fino agli inizi del secolo successivo. Il cimitero sorse nell'antico chiostro del convento come si vede dai resti di alcune arcate.

L'ampio Convento, annesso alla Chiesa, sia all'esterno che all'interno si ispira ai principi della semplicità, povertà ed essenzialità francescana. Del vastissimo agrumeto e della vegetazione in cui era incastonato fino ai primi anni 60 del secolo scorso, ed in cui , in cui si apriva la stretta Via Cipressi realizzata appositamente per arrivarvi, è rimasto solo la piccola estensione che è all'interno delle mura di cinta dello stesso convento. Questo insieme ai locali del convento è uno spazio ed un tempo di fraternità vocazionale, di accoglienza nello spirito di "fratelli tutti", di pace e di riflessione, circondato dai  palazzi del sacco edilizio di Palermo degli anni 60 - 80    tra i quali permangono ancora le antiche e misere dimore di borgata.