Itinerario religioso, La Famiglia Francescana – La chiesa di S. Antonio da Padova

di Alessandra D'Acquisto

La Chiesa è stata costruita insieme al Convento tra il 1630 ed il 1635, data di fine lavori, fuori le mura della città, vicino alla seicentesca porta di Vicari detta anche di Sant'Antonino, in una zona in cui, è documentato da rilievi archeologici erano preesistenti costruzioni ipogee paleocristiane. Per volontà del Vicerè Duca D’Alcalà che ne finanzio la costruzione la chiesa si apriva in una piazza ad anfiteatro da cui dipartiva un viale alberato, l’attuale Via Lincoln.
L’originaria destinazione d’uso del convento era di infermeria dei frati di Santa Maria di Gesù.
La chiesa, come le chiese normanne, secondo la tradizione orientale è orientata ad est dove sorge il sole e si trova Gerusalemme.
La facciata della Chiesa, a noi pervenuta come era alle origini, è piuttosto semplice. Il grande portale in pietra intagliata, che immette all’interno, è sormontato dallo stemma di Filippo IV.

L'interno ha un'unica navata con cappelle laterali comunicanti decorate con stucchi e affreschi.
Il sotto coro, posto all’ingresso, è stato affrescato da Antonio Velasco con la scena della Gloria di Sant' Antonio.
Lungo le pareti della navata, tra gli archi delle cappelle si susseguono quattro quadroni, per lato, affrescati con episodi della vita del Santo. I primi due della parete sinistra sono opera di Pietro Novelli, che realizzò anche i quattro della parete destra, ma che deteriorati furono ripresi da Giuseppe Velasco, autore anche del quarto riquadro della parete sinistra.
Lungo la parete sinistra accanto al fonte battesimale, è presente un Ecce Homo in pietra, attribuito a Ignazio Marabitti, del XVIII secolo. Seguono tre grandi cappelle, intervallate da vani di servizio.

Nella prima cappella della parete sinistra della navata, dedicata a S. Anna, tra barocche decorazioni stucco sono ancora visibili, anche se deteriorati, affreschi di A. Grano che riproducono la presentazione di Maria al tempio, l’annunciazione, il sogno di Giuseppe e la gloria di San Bernardino. Sull’altare la Pala attribuita a Geronimo Girardi in cui è raffigurata la Sacra Famiglia con S. Anna, S. Onofrio e S. Rosalia.

La seconda cappella, dedicata alla Immacolata Concezione, conserva una tela, che la raffigura con l'Eterno Padre, di Pietro Novelli (1636) posta sull’altare impreziosito da un paliotto in marmi intarsiati policromi del 1700. Sulle pareti resti di affreschi sulla vita di Santi Francescani.

Nella terza cappella, dedicata alla Madonna di Trapani, è custodita, all’interno e dì una “fantasmagorica macchina lignea” in stile rococò, la statua che raffigura la Madonna con il Bambino di Gaspare Guercio, del 1654.

Un grande arco apre la zona dell’assemblea dei fedeli a quella del presbiterio conclusa dall’altare centrale in marmi policroni, in tardo stile neoclassico con decorazioni in legno dorato in cui sono riprodotte scene bibliche ed i quattro Evangelisti.

Dietro l’altare si sviluppa il coro ligneo che è sovrastato dalla ottocentesca statua lignea di S. Antonino da Padova con il Bambino opera di Vincenzo Piscitello. Gli affreschi del presbiterio con “Comunione di Santa Teresa d'Avila” e “Sant'Antonio da Padova impartisce l'Eucarestia” del 1718 sono di Guglielmo Borremans.
Ritornando verso l’ingresso della chiesa lungo la parete desta si incontrano atre tre grandi cappelle intervallate anche questi da vani di servizio.

La prima cappella è dedicata al SS. Crocifisso. Sull’altare posto su un dossale a reliquiario è il Crocifisso “dolens” di Fra Umile da Petralia, 1639. Sulla volta della cappella incorniciato da stucchi è l’affresco della Resurrezione e puttini che portano i simboli della Croce. Alle pareti laterali sono affissi due tele in cui sono raffigurate l’incoronazione di spine e la flagellazione di Nostro Signore.

La seconda cappella è dedicata a San Francesco a sottolineare la forte connessione tra la Santo e la passione di Cristo che culmina nelle stimmate che San Francesco ricevette e che qui sono raffigurate in una pala d’altare, 1607 – 1610, attribuita a Vito Carreca. Sulla volta della cappella un affresco raffigura la gloria di Francesco. Alle pareti due dipinti del ‘700 di ignoto raffigurano il Santo nell’atto di scacciare l’eresia e di ricevere l’indulgenza dalla Vergine con il Bambino.

La terza ed ultima cappella, vicina all’ingresso della chiesa, è dedicata alla Madonna della Misericordia di Savona, qui raffigurata in una pala d’altare opera di Gerardo Astorino, fine ‘600. La cappella presenta affreschi del secolo XVII con immagini di San Francesco che riceve l'approvazione della Regola e con San Domenico nel momento in cui intercede presso la Vergine per placare il Figlio. Una piccola tavola 500sca rappresenta la Madonna di Guadalupe

La chiesa è dotata di una cripta cimiteriale con un sistema di gallerie che oggi si estende fino alla Via Perez, ma che ricadeva all’interno dell’area originaria del convento

Il Convento si sviluppa intorno a due chiostri. Fu trasformato in caserma nel '900. Oggi è adibito a sede universitaria. Vi si trova un reperto di archeologia industriale, un mulino in legno con il forno per il pane. Del Convento I frati mantengono una parte ridotta in cui sono ricavati anche i locali delle attività parrocchiali.
A Sant'Antonio i fedeli si rivolgono quando perdono qualcosa, promettendo n'offerta in cambio del ritrovamento di ciò che si è perso. Nella chiesa di Sant'Atonio come nella chiesa di San Francesco d'Assisi, il 4 Ottobre giorno di San Francesco, si benedicono gli animali.