Itinerario religioso, La Famiglia Francescana – La Basilica di S. Francesco d’Assisi

di Alessandra d'Acquisto

Nel dicembre del 1924 papa Pio XI ha conferito alla Chiesa di S. Francesco d’Assisi a Palermo la dignità di basilica minore.
L’inizio della Costruzione della Chiesa è del 1255, quando morto già da tempo Federico II ostile ai Frati Minori, Papa Alessandro IV ne concesse licenza al suo cappellano, penitenziere papale e vicario generale in Sicilia. Il compito fu affidato al vescovo di Malta Ruggieri di Cefalù.
La Chiesa ha subito nel corso dei secoli diversi interventi di ampliamento, come l’allungamento dello sviluppo in pianta conseguente al rifacimento della zona absidale e l’aggiunta di ambienti e cappelle, di ristrutturazione come la riorganizzazione nel XVIII secolo dello spazio interno in tre navate e la costruzione di apparati decorativi dei secoli XVIII e XIX, e di restauro di cui i più importanti quelli conseguenti al terremoto del 5 marzo del 1823 ed ai bombardamenti della seconda guerra mondiale del 1° marzo e 9 maggio del 1943, per i quali si è scelto di riportare la chiesa al suo splendore medioevale e del tetto a falde.

Esterno

La facciata della Chiesa, in stile medioevale chiaramontano, che si apre in un’ampia piazza, è caratterizzato da tre portali di cui quello centrale è costituto da tre arcate a ghiere incise su pietra che poggiano su colonne tra i cui capitelli sono raffigurati i segni dei quattro evangelisti. Il portale è concluso dal timpano in cui si apre una trifora cieca al cui interno sono raffigurate a partire da sinistra S. Francesco, La Vergine in trono e S. Chiara. Ai lati della porta di ingresso sono intagliate su pietra due figure che ricordano l’annunciazione. Sul portale in marmo laterale a sinistra è scolpita la figura dell’Ecce Homo. In alto la facciata si conclude con un grande rosone ricostruito sul modello di quello della chiesa di S. Agostino dopo che il terremoto del 1823 aveva distrutto quello originario.

Interno

L’interno della chiesa è stato strutturato nel 1723 in tre navate separate da 6 arcate ogivali per lato che poggiano su colonne e pilastroni (2). Negli intradossi delle arcate si possono ammirare affreschi con figure bibliche e santi.

Alla controfacciata, ai pilastroni lungo la navata centrale e alle pareti dell'andito di accesso alla sacrestia sono addossate le statue del 1723 di Giacomo Serpotta in cui sono raffigurate le virtù francescane:  "Carità", la "Teologia", la "Fortezza", la "Verità"(controfacciata),  la "Fede", la "Mansuetudine", la "Modestia", l'"Umiltà" (pilastroni). "la Castità" e la "Vittoria" (andito della sacrestia).

Il soffitto della chiesa è stato ripristinato, nel XX secolo, nell’impianto originale a capriate lignee dopo che nel 1548 era stata modificato con volte a botte in stile gotico italiano.

Interno, Navata sinistra

Entrati in Basilica, immediatamente a destra si sviluppa la controfacciata dell’ingresso laterale di sinistra che ingloba quello che era il portale, opera del 1473 di Domenico Gagini, di ingresso alla Cappella Chirco.

Proseguendo lungo la navata sinistra si incontrano bell’ordine:

Cappella dedicata a S. Rosalia
Qui raffigurata nella pala di Gaetano Mangano che sovrasta l’altare ed in una statua posta al disotto.

Cappella dedicata a san Giuseppe
La cappella è sintesi della presenza delle colonie delle due repubbliche marinare di Pisa e Genova a Palermo che tanto peso ebbero nella storia politica, sociale ed economica della città.
Nel portale di ingresso alla cappella, opera di Gabriele Di Battista in collaborazione con Domenico Pellegrino e Iacopo de Benedetto (1503 – 1505), sono raffigurati otto episodi della vita di S. Ranieri, Santo Patrono della Repubblica di Pisa: la spoliazione dalle ricche vesti, San Ranieri penitente, la liberazione dell'indemoniata, San Ranieri resuscita la figlia di un medico, il viaggio di ritorno dalla Terra Santa, il miracolo di Messina, il transito di San Ranieri, le campane a stormo, la burrasca di San Ranieri. Nei piedistalli sono ricavati dei putti che sostengono gli stemmi di Pisa. Scene e fregi decorano la trabeazione e l’intradosso.
Il complesso marmoreo, altare e retablo, al fondo della cappella, opera nel 1526 di Antonello Gagini è dedicato a S. Giorgio, Santo Patrono della Repubblica di Genova, raffigurato con il drago e la principessa. Nei sei medaglioni sono raffigurati San Giovanni Battista, Santo Stefano, San Girolamo, San Lorenzo, San Cristoforo, San Sebastiano e gli stemmi della Repubblica di Genova. Sul timpano sorretto da colonne è raffigurata una Madonna con Bambino e putti.

Cappella dedicata a S. Maria degli Angeli
La statua della Madonna con il Bambino, sull’altare, è opera di Antonio della Quadragesima, nelle nicchie ai suoi lati sono posti a sinistra la statua di San Giovanni Battista e a destra quella di Sant'Antonio Abate.

Cappella dedicata al Sacro Cuore

Sull’altare un dipinto ricorda il Sacro Cuore di Gesù. Nella parete si sinistra si apre un’ampia nicchia in cui trova posto il sarcofago in marmo della Beata Elisabetta Amodei, opera di Domenico Gagini.

Cappella dedicata al Beato Gerardo.
Alle pareti laterali si monumenti funebri della famiglia Grimaldi.

Cappella dedicata all’Ecce Homo

Le decorazioni in marmi mischi sono testimonianza degli interventi di adeguamento della Chiesa allo stile barocco del periodo della controriforma. I bassorilievi della Flagellazione, dell’ascesa al calvario e del paliotto dell’altare sono opera di Ignazio Marabitti.

Cappella dedicata al crocifisso
Il tessuto decorativo in tarsia lavica e pietra intagliata collocano la costruzione della cappella al periodo dei Chiramonte il cui stemma è riprodotto all’interno. Il Crocifisso, addossato alla parete è del XVIII secolo.

Cappella dedicata della Madonna di Grazia
destinata ai monumenti sepolcrali delle famiglie Afflitto - La Grua.

Interno Transetto

Cappella del Senato Palermitano

A destra del presbiterio, è stata eretta eretta nel 1441 da Giovanni Filangieri e Giovanni Ventimiglia.
La cappella è dedicata all’Immacolata Concezione a cui, oltre che a Santa Rosalia, il Senato Palermitano si rivolse nel 1624 per chiedere che la città fosse liberata dalla peste pronunciando nella occasione un solenne giuramento di fedeltà a Maria Immacolata, di cui diamo notizia nella scheda dedicata al culto mariano dei francescani, impegnandosi tra l’altro al finanziamento perpetuo dei lavori per il decoro, l'ornamento e l'abbellimento della cappella.
L’impianto decorativo della cappella, del XVII - XVIII secolo. è in marmi mischi tipico del barocco fiorito palermitano, gli affreschi della volta sono opera di Antonio Grano.
Le statue poste su mensole sulle pareti della cappella sono opera di G. Ragusa del XVIII secolo, a destra sono disposte le statue delle Sante Patrone di Palermo Sant'Oliva, Santa Ninfa, Santa Rosalia e Sant'Agata, a sinistra sono disposte le statue di San Filippo, San Mamiliano, Sant'Agatone e San Sergio.
L’altare della cappella, anch’esso in marmi mischi, è impreziosito dal paliotto in intarsio di marmi policromi; è stato ceduto ai francescani dalle suore della Chiesa della Concezione al Capo. Sopra l’altare è posto il quadro a mosaico dell’Immacolata Concezione eseguito nel 1772 su bozzetto di Vito D'Anna.

Presbiterio

La grande Cappella del Presbiterio, dove è allocato l’altare centrale della Basilica, è stata realizzata durante i lavori di allungamento ed ampliamento delle navate finanziati da Pietro Speciale signore di Alcamo e Calatafimi.
Il crocifisso su tavola che pende dall’arco ogivale del portale di ingresso al presbiterio è opera di padre Antonio Cianci.
L’altare è decorato con un paliotto opera di argentieri siciliani. Dietro l'altare è il coro ligneo in cui sono intarsiati gli stemmi del Re di Sicilia, del Senato Palermitano e di altre nobili famiglie benefattrici, la sua attuale sistemazione risale al 1627.
Alla parete di fondo del presbiterio sono addossati la cantoria lignea e l’organo. Nel 1961 l’organo del XVI secolo dei fratelli Gili, decorato con pitture da Antonello Crescenzo, è stato sostituito da quello realizzato dalla famiglia Tamburini.

Cappella dedicata a San Francesco

A sinistra del Presbiterio, è stata costruita nel 1475 da Cristofaro de Benedetto. La statua del santo è posta all’interno di una nicchia al centro di una complessa composizione marmorea in marmi mischi, secondo lo stile del barocco fiorito palermitano, con due coppie di colonne tortili, poste su piani sfalsati verso l’interno, a sostenere la trabeazione superiore.

Interno, navata sinistra

Risalendo la navata verso l’esterno della chiesa seguono nell’ordine:
L’ambito di accesso alla sacrestia, un tempo "Cappella della Madonna del Rosario" in cui era allocato il monumento funerario di Antonello Speciale, opera del 1464 Domenico Gagini, di cui sono a noi pervenuti la lapide e del defunto in “rigor mortis”.

Cappella dedicata a San Giovanni Evangelista
L'Evangelista Giovanni è affigurato in un busto in una terracotta policroma, attribuita ad Antonello Gagini, posto in una nicchia al centro di un baldacchino marmoreo in cui sono riprodotti dei panneggi. Ai lati le statuette delle Virtù provenienti dallo smantellamento parziale della «Cappella Chirco».

Cappella dedicata all’Angelo Custode
L'Arcangelo è raffigurato in una pala d’altare del Domenichino, oggi custodita nel Museo di Capodimonte a Napoli. Oggi la cappella custodisce un mosaico di Antonio Cianci del 1956 in cui sono raffigurate S. Agata e S. Lucia.

Monumento funebre ad Antonello Speciale

Nei pressi dell'ingresso al Convento è posto il monumento funebre dedicato al giovanetto Antonello Speciale, pregevole opera di Francesco Laurana (1468)

Cappella della Madonna con il Bambino

Vi si accede attraverso un arco di epoca chiaramontana decorato nell’intradosso con affreschi giotteschi in cui sono raffigurati San Gregorio e San Girolamo. Al suo interno è il monumento funebre di Antonello Speciale, opera di Francesco Laurana. La statua della Madonna al centro della parete di fondo è di Francesco Laurana.

Cappella della famiglia Mastrantonio

Gli stemmi della famiglia Mastrantonio sono raffigurati nel portale di ingresso, opera realizzata nel 1469 dal rinascimentale Francesco Laurana e Pietro de Bonitate. Nel portale sono raffigurati, a sinistra Sant'Agostino e Sant'Ambrogio ed a destra, San Girolamo e San Gregorio a sinistra. Vi sono inoltre raffigurati i Quattro Evangelisti, i profeti Geremia e Isaia, e due figure, all’interno dei medaglioni dei pennacchi, che rimandano alla Annunciazione. La pala d’altare del XVII secolo in cui è raffigurata la Visione di San Francesco è opera di Pietro Novelli.

Cappella di S. Antonino
All'interno l'altare è decorato con marmi mischi.

Cappella della custodia

detta così perché dietro la cancellata posta all’ingresso, protetta da uno spesso tendaggio è custodito il simulacro argenteo della Immacolata Concezione, opera del 1647 di Giambattista di Leonardi, che viene reso visibile in occasione dei solenni festeggiamenti a dicembre della Immacolata che culminano con la processione del simulacro per le vie della città. Approfondimento sulla devozione alla Immacolata Concezione >>

Cappella dedicata alla Madonna della neve
L’ultima cappella della navata è dedicata alla Madonna della Neve. Vi si accede attraverso il portale marmoreo del XV secolo, con le due statue della "Madonna col Bambino e San Giovannino attribuite a Domenico Gagini, così come la statua della Madonna della Neve posta nel tabernacolo marmoreo nella parete sinistra. I putti che decorano la statua sono opera di Giovanni Gagini. Gaginiani sono i sepolcri di Mariano e Sigismondo Alliata all’interno della cappella.

La visita della chiesa si conclude presso la controfacciata sinistra in cui campeggia l’arco della preesistente cappella dedicata a Santa Elisabetta.

Convento francescano

La costruzione del Convento procedette di pari passo con quella della Chiesa, dal 1255 in cui fu posta della prima pietra fino al 1277 ed oltre per modifiche ed ampliamenti. E’ stata sede del Centro Generale di teologia avendo tra i suoi ministri Francesco della Rovere divenuto Papa Sisto IV (1446 – 1447) e Pietro di Foix il giovane divenuto cardinale. Nel XVIII è stato ampliato prolungano l’ala settentrionale ed aggiungendo quella meridionale ed il Noviziato nel quale ora risiedono i frati. Nel XIX secolo è stato trasformato in caserma ed ospedale delle truppe borboniche. Nel 1848 ha ospitato le camere del Parlamento Siciliano, nel 1863 è stato occupato da militari, nel 1865 è stato trasformato in Corte D’Assise. Nel 1866 I frati furono costretti ad abbandonarlo. Parte del prezioso patrimonio librario fu acquisito dalla Biblioteca Comunale e gran parte dei locali sono oggi occupati dall'Archivio storico Comunale, dalla Biblioteca Francescana, dalla Pinacoteca Provinciale e dall'Officina di studi medievali. Dal 1957 al 1967 è stata sede del collegio per i chierici teologi della Provincia. Dopo un periodo di stasi, nel 1975, si è riaperto il collegio per i postulanti, ai quali successivamente si sono aggiunti i postnovizi. Del complesso fanno parte anche i locali della rettoria della chiesa di san Nicolò lo Reale, adibita a foresteria della Curia provinciale.

Si sviluppa intorno a due chiostri ed un piccolo giardino oltre le mura dell’abside della chiesa. Il chiostro adiacente alla chiesa ha un colonnato, opera di Gabriele Battista. Alle pareti sono addossati dei sarcofagi. I dipinti che decoravano la parete che lo separa dalla chiesa raffiguranti la Madonna con il Bambino ed i misteri della Passione sono custoditi nel Palazzo Abatellis, sede della Galleria Regionale della Sicilia. I frati risiedono oggi nell'ala settentrionale prima destinata al noviziato.